Nello spogliatoio Nina ci racconta della sua vita. Lo fa togliendosi le scarpe che ha usato per la lezione e massaggiandosi i piedi. Soffre un po’: sul tallone destro le si formano delle vesciche, è sempre stato così. Si protegge con dei cerotti, che poi solleva come una seconda pelle. Dopo aver tastato la piccola vescica, passa a massaggiarsi gli avampiedi, alterna le pressioni a dei movimenti con cui distanzia le dita fra loro.
«Questi piedi» dice Nina. Non si è ancora comprata delle vere scarpe da tango, sfrutta un paio di sandali neri estivi, che le chiudono la caviglia e s’intrecciano sul davanti come rami di salice. Sono belli, ma fanno male. Anche il suo passato è bello, ma fa male. Nina ha avuto occasione di tradire, eppure non ha tradito. Suo marito invece sì. Donne più giovani di lui – e di lei. Nina faceva molti viaggi. Erano un gruppo di giornalisti, si muovevano come una macchina da guerra. I suoi libri sono tradotti in altre lingue. Nina sa di essere stata giovane e di non esserlo più, sa che il mondo di quando era una giornalista si è dissolto. Sembra accettarlo. Forse nei suoi libri già scriveva delle trasformazioni e dei modi di accoglierle. «Non ti puoi arabiare con pasato» dice Nina. «Tanto lui no cambia più».
Nina ci sorride. Si infila i calzetti e le scarpe normali.
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Il tango si balla (almeno) in due. Fai girare le storie!
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