Il Corsaro non è il Pirata.
Il Pirata ha fame, il Corsaro poesia.
Se ne gira per le milonghe veneziane dentro palazzi dal pavimento a mosaico e le finestre di vetro colorato.
Il Corsaro prende molti treni, il suo mezzo di trasporto è pubblico, non potrebbe infilarsi dentro un’auto. Non si è mai visto un galeone solcare i mari con una sola persona a bordo. I galeoni sono esperienze collettive. I treni ci si avvicinano.
Ha una certa età, il Corsaro. Una certa età fuori. Dentro è tutta un’altra cosa. Una giovinezza che si rinnova con il desiderio di sperimentare. «Se vuoi proporre un passo, sono ben felice di seguirti» dice a Isabella. «Sì, perché io voglio progredire».
Sorride, il Corsaro, con i denti rimasti e la gentilezza che va a occupare i fori della sua bocca.
Non è compreso da tutti, il suo aspetto può respingere. Bandana stretta sulle tempie, camicia a quadri sopra maglia traspirante sopra canottiera protettiva sopra pelle ormai cadente. Ha lo sguardo acceso, con cui cerca le ballerine. Ha il passo slanciato, con cui cerca lo spazio.
«Canta, Isabella! Canta!». Sorride, il Corsaro, con i denti rimasti e la gentilezza dappertutto nella bocca. Estasiato. Dalla musica, dai movimenti, dalla vita che continua e continua, se tu vuoi farla continuare.
Il Corsaro canticchia le melodie dei pezzi di tango nell’orecchio d’Isabella. Con sibili e sforacchiature, la sua voce ondeggia, passa un sacco d’aria.
«Senti che vals, Isabella!»
Il Corsaro ama le donne, non tanto per i corpi e le forme, le ama perché insieme a loro può crescere. «Ieri una signora mi ha provocato con un Cha cha cha» dice con sguardo sognante verso l’alto. «Ci siamo risposti a tono».
Il Corsaro stringe Isabella a sé, con rispetto, senza far male. Chiude forte gli occhi per succhiare il momento. «Per fortuna non conosco lo spagnolo» dice dopo aver guidato un boleo. «Perché i testi del tango sono triiiiiiisti».
Il tango ha quest’effetto: sei nel cuore di una distruzione ma ti sembra di avere fra le dita un mazzo di fiori freschi.
Il tango si balla (almeno) in due. Fai girare le storie!
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