Che suono fanno le radici?

29 Dicembre 2018

La tinta dei capelli s’intona all’oro dei festoni. Forse il suo colore è un po’ più spento. I lavaggi si sono portati via la lucentezza. S’indovina un bianco che resiste ai tentativi di coprirlo. S’indovina il corpo vero dietro i tentativi di coprire il tempo.

Nina regge una tazza di tè. Non è tornata a casa, non ha preso l’ennesimo treno, non ha oltrepassato il confine. La nonnina è peggiorata e le hanno chiesto di intensificare i turni. Nina pensa che sia brutto peggiorare proprio a Natale. Per qualche motivo, qualsiasi cosa brutta diventa più brutta se accade “proprio a Natale”. Non le pesa aver rinunciato a tornare a casa. Tanto l’avrebbe trovata vuota. Certo, le amiche le avrebbe riviste volentieri.

«Ma anche voi siete mie amiche» ci dice con gli occhi che s’intonano all’oro dei festoni. A ciascuna di noi ha regalato dei cioccolatini con le scritte in cirillico. È l’unica cosa di cui fa scorta. Tutto il resto lo lascia andare, ma la cioccolata del suo paese le tiene attaccate le radici sotto i piedi.

«Forse anche il tango è nato per questo» dice Nina. «Per avere sempre delle radici sotto i piedi. Anche quando ti portano via tutto, tu hai il tango, e così hai una casa».
Nina solleva in alto la tazza per brindare. Poi se l’avvicina alle labbra, ma il tè è ancora molto caldo.

Una signora scarta uno dei cioccolatini ricevuti in dono. L’involucro scricchiola, è uno dei suoni preferiti di Nina. Chiude gli occhi e sorride. «Eccola qui», dice. «Ecco la mia musica. Ci sono come dei fili in mezzo».

«Scrivi ancora?» le chiede un’altra signora.
«Certo. Mai smettere. Nel mondo dovrà sempre esserci almeno una persona che scrive». Nina riprova a sorseggiare il tè, ma sembra che non voglia raffreddarsi.
«Sai» prosegue, «era un’idea chiara nella mia testa fin da ragazza». Annuisce, conferma a se stessa la verità delle proprie parole. «Ma all’inizio non volevo fare la giornalista. No. Non ci pensavo proprio». Nina guarda un punto che non esiste. «Volevo scrivere romanzi». Appoggia la tazza sulle gambe in un equilibrio miracoloso. «Poi ho capito che bisognava raccontare la realtà. Che la vita e la storia potevano stupire più di qualsiasi invenzione».

 

storia prima ⇠ Nina

Il tango si balla (almeno) in due. Fai girare le storie!

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