Mi chiamo Isabella e sono una principiante.
Lo dico perché ormai mi sembra una di quelle cose che si devono dichiarare all’anagrafe o dal dottore prima della visita; uno di quei segni particolari da specificare nella carta d’identità.
Ho almeno tre sintomi da principiante.
Il primo è la frustrazione.
Il secondo è la gioia sconfinata della scoperta.
Il terzo è la frustrazione.
Guardi le altre più esperte e vorresti mangiartele. Lanciarti in una metaforica pratica di cannibalismo in cui cibandoti di qualcuno, ne assumi le abilità. Ecco, quando nella frazione di un secondo vedo apparire e scomparire piedi da uno stesso punto, quando vedo perni precisi e rotondi, quando tutti quei bacini ruotano in perfette dissociazioni dal busto e le gambe si sollevano per la misura di un adorno e poi giù di nuovo a premere la terra – in questi momenti, dico, vorrei avere uno psicologo a due centimetri da me per calmarmi, o un “acceleratore di futuro” per catapultarmi al giorno in cui anch’io riuscirò a creare magia con il corpo.
Per ora, zompetto. Quando qualcuno mi invita a ballare, provo un misto di esaltazione e terrore. Ed è lì che presento la mia carta d’identità tanguera: avviso il mio compagno di essere una principiante. Se devo rifletterci, non è il migliore degli inizi. È come creare un’infelice anticamera a qualcosa che, nonostante tutto, potrebbe rivelarsi felice. Credevo di farlo per una sorta di cortesia nei confronti del partner, per dirgli: se vuoi, sei ancora in tempo a battere in ritirata (lo capirei, lo capirò, l’ho da sempre già capito). Poi ho compreso che invece agisco così per paura. Per proteggere me stessa di fronte alla potenziale delusione dell’altro. Alla sua rabbia, la sua impazienza, la sua non-so-che-cosa-ma-qualsiasi-cosa.
La mia insegnante mi ha detto che conta più l’atteggiamento dei passi. Contano più l’energia e l’abbraccio della precisione e della tecnica. A giorni di distanza, di un tango ricorderai il miracolo dell’abbraccio. Dei numeri da palcoscenico la memoria del tuo corpo non saprà che farsene. Il punto è che puoi essere una formidabile principiante con più anima di una ballerina che calpesta il suolo delle milonghe da decenni.
Eppure, una principiante – in svariati, incalcolabili, infiniti momenti – ucciderebbe per essere una ballerina che calpesta il suolo delle milonghe da decenni.
Una principiante deve continuamente gestire il contrasto fra un rapace desiderio di ballare e il non sentirsi pronta, deve camminare sul filo che separa il desiderio di vita e il timore di non esserne all’altezza. È la sensazione che precede ogni creazione. La lancetta fra trionfo e fallimento.
«Non sono pronta» ho risposto alla mia insegnante, quando dopo solo un mese di lezioni mi ha consigliato di provare qualche milonga.
Mi ha guardata. Mi ha squadrata.
Mi ha abbracciata.
«Si diventa pronti sommando tutte le volte in cui non lo si è stati, ma si è avuto il coraggio di buttarsi».
Il tango si balla (almeno) in due. Fai girare le storie!
Alessandro says:
Ballo da 16 -18 anni non lo so piu’ all’ inizio era una frustrazione continua perchè l’uomo guida e quindi , deve fare piu’ pratica piu’ lezioni di tecnica piu’ coraggio con l’invito …. insomma una sfida con sé stessi . ne ho viste di tutti i colori .. bellissimi abbracci bella coppia bella musica bella atmosfera che non dimentico che rimane dopo tutti i sacrifici. Dimentico volentieri , il provincialismo e l’ignoranza che contraddistingue tutti quelli che non hanno capito cosa ho scritto e che si pregiano di essere , bravi ballerini , bravi maestri , di essere dei “fenomeni” sociali .
Domenico Montatore says:
Dalle parti mie diciamo ” ogni lasciata è persa ”
Chi VUOLE ballare con te ballerá
paola.davio says:
Ho iniziato nel 2000 a ballare tango,saltellando da una scuola all’ altra nella speranza di andare subito in milonga,per poter subito ballare.Mai ho detto sono una principiante perché mi sembrava di essere già in grado di poter ballare.Grave errore di cui ho pagato le conseguenze per questi 20 anni.Mi sono fatta terra bruciata attorno.Quelli che mi conoscono da anni,a parte qualcuno,non mi hanno mai fatto ballare e spesso devo fare affidamento su quelli che vengono da fuori che a ragione o torto mi lodano a tanda conclusa.Colpa mia,ma anche dei maestri che allora non facevano altro che insegnare figure… Più che la presunzione, è stato il troppo amore per il tango ed il desiderio di ballarlo anche con gli incapaci,ho pagato la mia costanza con tanta frustrazione e ..panchina
PAOLA says:
Sarai ancora una principiante nel tango , ragazza, ma se impari a ballare come scrivi…sarai molto ammirata ..BUONA FORTUNA E BUON TANGO!
Luca says:
Quando mi dicono “sono una principiante” rispondo : anch’io , puntualmente il volto della dama si trasforma, in due versioni, una quella che citi tu…. mannaggia non ho più un alibi, l’altra mannaggia volevo scroccare una lezione ed evitare di andare a studiare. Ballo da 8 anni , nessuno nasce imparato quindi se si va in milonga portarsi sacchetto di umiltà.